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Le dimissioni dalla terapia intensiva neonatale

Tempo medio di lettura: 9 min

L’uscita dalla terapia intensiva è un momento delicato per il neonato e i genitori. Scopri cosa aspettarti e come affrontarlo al meglio.

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Il momento della dimissione

Il momento della dimissione dalla terapia intensiva neonatale rappresenta un momento molto importante per il neonato prematuro e per la sua famiglia. Il bambino è cresciuto, è in grado di alimentarsi e ha raggiunto un equilibrio e un grado di benessere tale da non richiedere più la presenza quotidiana di personale sanitario. Nonostante questo sia un momento di grande gioia per i genitori, sorge spesso in loro la preoccupazione di non essere in grado di prendersi cura del proprio bambino una volta a casa. L’aver partecipato in maniera attiva alla cura del neonato prematuro durante la degenza permette loro tuttavia di sentirsi più sicuri nel soddisfare le esigenze del piccolo.

I complessi cambiamenti che avvengono dopo la dimissione del neonato prematuro, non solo per quanto riguarda l’aspetto nutrizionale ma anche per quanto riguarda l’ambito della crescita e dello sviluppo, è opportuno che vengano monitorati nell’ambito di uno specifico servizio di Follow-up, dove opera personale medico specialista, che affianca il pediatria di libera scelta nella presa in carico del bambino e della sua famiglia, una volta che è uscito dalla terapia intensiva neonatale.

In dimissione, per i bambini prematuri è consigliata normalmente l’integrazione di vitamine e ferro.

Multivitaminici, Acido folico, Zinco ed altri oligoelementi (Rame, Selenio, …): raccomandati, e sempre più utilizzati, grazie anche alla recente disponibilità di preparati commerciali che li contengono tutti in un’unica confezione.

Ferro: altamente raccomandato per tutti i prematuri con un peso alla nascita al di sotto di 1,5 kg, ma solo in parte per quelli al di sotto di 2,5 kg


L’alimentazione del neonato prematuro

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’UNICEF raccomandano che il bambino sia allattato esclusivamente al seno per i primi sei mesi di vita. Dopo i sei mesi è necessario introdurre nella dieta alimenti diversi dal latte, quali per esempio cereali, vegetali, frutta, carne, pesce, uova, al fine di rendere completo il nutrimento fornito dal latte materno che, dopo questa età, non è più sufficiente a soddisfare pienamente le richieste nutrizionali del lattante in crescita. E’ importante comunque proseguire, anche dopo l’inizio del divezzamento, con l’allattamento al seno fino al primo anno di vita e oltre.

Se il latte materno è ancora disponibile, per tutti i pasti o solo per qualcuno, è di fondamentale importanza che il bambino continui a riceverlo, attaccandosi direttamente al seno o succhiandolo dal biberon dopo che la mamma lo ha tirato. La fortificazione del latte materno dopo la dimissione del neonato prematuro non è sempre indicata ma va valutata sulla base delle esigenze del singolo bambino. Tanto più a lungo il bambino riceve il latte della sua mamma tanto maggiori sono i benefici a esso associati.

Se dopo la dimissione del neonato prematuro il latte materno non è più disponibile o, comunque, non riesce a coprire le necessità di tutti i pasti, è opportuno utilizzare un latte di formula, con una composizione standard o specificatamente pensata per il pretermine, in base alle necessità nutrizionali del singolo.

L’introduzione di alimenti diversi dal latte, nota come svezzamento o divezzamento, avviene normalmente in un periodo di tempo compreso tra il quarto e il sesto mese di età corretta, cioè da quando il piccolo sarebbe dovuto nascere.

La cura della cute del neonato prematuro

La cute dei bambini nati prematuri, rispetto a quella dei bimbi nati a termine, è fragile, sottile e meno efficace nel proteggere da insulti esterni e nel mantenere costante la temperatura corporea. Da un punto di vista pratico, tali caratteristiche si traducono in una maggiore suscettibilità a traumi cutanei ed infezioni. A ciò si aggiunga che la cute del prematuro, proprio per le caratteristiche sopra ricordate, può portare a un aumentato assorbimento di sostanze potenzialmente nocive e una maggiore perdita di acqua e calore.

Per la cura della cute del neonato pretermine non è indicato l’utilizzo di saponi, vale a dire di nessun prodotto schiumogeno, poiché questi alterano il pH cutaneo, riducono il film lipidico, favorendo la secchezza della pelle. Vanno evitati anche i prodotti con estratti vegetali o contenenti profumi o coloranti o conservanti perché questi ultimi possono avere un effetto irritante oltre che allergizzante. Ne deriva quindi che, per la cura della pelle, deve essere utilizzato un prodotto non schiumogeno e con pH debolmente acido (pH 5.5), senza profumi, estratti vegetali o conservanti, così da non alterare l’integrità della cute.

Va ricordato inoltre che l’utilizzo di detergenti è indicato solo dopo le 6-8 settimane di vita del bambino pretermine; l’uso troppo precoce di questi ultimi può infatti determinare una alterazione del pH cutaneo e predisporre, di conseguenza, allo sviluppo di infezioni localizzate. In caso di necessità, per esempio se la pelle è sporca di feci, nel bambino di età inferiore alle 6-8 settimane di vita si può utilizzare una piccola quantità di detergente diluito in acqua.

Non vi è invece nessuna evidenza scientifica che supporti l’utilizzo di antisettici cutanei nel trattamento della cute del neonato prematuro. Tale utilizzo deve essere limitato solo a situazioni specifiche e, comunque, sempre su indicazione medica.

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Cambiare il pannolino

Il cambio del pannolino del neonato prematuro è una procedura che si effettua numerose volte nell’arco della giornata. E’ importante eseguirlo seguendo i ritmi sonno-veglia del bambino, evitando di farlo ad orari prestabiliti o subito dopo manovre che sono risultate stressanti per il piccolo. Il cambio del pannolino va eseguito lentamente, evitando movimenti particolarmente bruschi. Prima di procedere è sempre opportuno lavarsi le mani per evitare la trasmissione di infezioni al piccolo. Il pannolino va aperto dolcemente, flettendo le gambe sulle cosce e contenendo con la mano eventuali movimenti ma evitando di sollevare eccessivamente il bacino per non incorrere nel rischio di rigurgiti. I genitali vanno lavati con garze morbide, imbevute di acqua non fredda, procedendo dall’alto verso il basso. Va effettuato il risciacquo nel caso si sia utilizzato un detergente, indicato solo nel caso di presenza di feci. I genitali vanno poi asciugati con garze asciutte, facendo attenzione all’integrità della cute. Finita la procedura, e sempre con delicatezza, è possibile mettere il pannolino pulito, ovviamente della grandezza specificamente pensata per neonati prematuri.

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Il bagnetto

Il nato prematuro può essere sottoposto al bagnetto ogni 3-4 giorni: è da evitarsi l’utilizzo della “doccetta” poiché questa è una modalità che risulta stressante per il piccolo. Il bagnetto va eseguito dolcemente e con gradualità, per immersione, così che il momento dell’igiene possa costituire un momento di benessere sia per il piccolo che per i suoi genitori. E’ importante inoltre lavarsi le mani prima di fare il bagnetto ai prematuri. La temperatura dell’acqua deve essere intorno ai 37° C; la detersione deve essere delicata e il bagnetto non dovrebbe comunque durare più di cinque minuti. Il neonato deve essere deterso delicatamente, partendo dal capo e proseguendo progressivamente verso i piedi, facendo attenzione alla comparsa di eventuali segni di stress, che il genitore ha imparato a riconoscere, sotto la guida del personale sanitario, durante la degenza in terapia intensiva neonatale.

Dopo il bagnetto, la cute del neonato prematuro va asciugata tamponando e non frizionando, proprio per l’estrema fragilità che la caratterizza. E’ sconsigliata l’applicazione di oli di alcun genere dopo il bagnetto poiché il loro utilizzo, pur diminuendo la frequenza di dermatiti, aumenta il rischio di infezioni. Gli oli inoltre risultano occlusivi, limitano cioè la traspirazione cutanea. In caso di cute particolarmente secca può essere indicato l’utilizzo di una crema base.

Nel periodo che intercorre tra un bagnetto e l’altro è sempre opportuno avere cura dell’igiene del neonato prematuro, ponendo attenzione delle parti del corpo che necessitano maggiore pulizia, quali, ad esempio, gli occhi o la bocca, utilizzando garze morbide, imbevute di acqua tiepida e facendo attenzione a non riutilizzare la stessa garza per pulire più parti del corpo.


L’Igiene in casa e il neonato prematuro

Molti anticorpi passano al feto negli ultimi mesi di gravidanza. I bambini prematuri, pertanto, hanno un sistema immunitario più debole dei bambini nati a termine.

Ancora prima della dimissione del bambino dalla terapia intensiva neonatale è dunque importante iniziare a pensare a particolari regole di igiene per la casa in cui sarà accolto il neonato prematuro. L’ambiente casalingo deve essere il più possibile pulito, arieggiato e, ovviamente, è tassativamente vietato fumare. La cura dell’igiene in casa con un neonato prematuro è fondamentale soprattutto per evitare al bambino infezioni e malattie polmonari che possono essere anche molto gravi. Tutte le persone che frequentano l’abitazione devono evitare di portare microbi a casa: valgono le comuni norme igieniche, come lavarsi le mani appena rientrati, non indossare in casa le calzature che si usano per l’esterno e vaccinarsi contro l’influenza.

Sempre in considerazione della maggiore suscettibilità del bambino nato prematuro a sviluppare infezioni, condizione secondaria alla relativa immaturità del suo sistema immunitario e respiratorio, è sconsigliato l’inserimento in comunità per almeno il primo anno di vita.

Oltre a seguire in casa le norme igieniche atte a prevenire la diffusione delle malattie infettive, è importante che i genitori di un neonato prematuro, adeguatamente informati dal pediatra di libera scelta, portino il bambino prematuro all’aria aperta fin dalle prime epoche di vita, evitando di coprirlo troppo, e, successivamente, che lo incoraggiano al movimento attraverso giochi motori e passeggiate.

Prevenire le infezioni respiratorie nel neonato prematuro

Per prevenire le infezioni polmonari nei prematuri, si raccomanda di arieggiare frequentemente l’ambiente domestico, evitando il fumo di sigaretta non solo nella stanza in cui il bambino normalmente soggiorna ma nell’intera abitazione. Ricordiamo che il fumo di sigaretta è nocivo per tutti i neonati. E’ bene inoltre evitare il contatto stretto con ogni adulto o bambino che sia affetto da raffreddore o influenza; se i genitori o i fratelli sono ammalati è opportuno l’uso della mascherina per ridurre al minimo la possibilità di trasmettere al piccolo l’infezione.

Nel caso in cui il neonato pretermine sia raffreddato, è opportuno eseguire pulizie nasali con soluzione fisiologica. Anche in assenza di patologie acute in atto è importante lavarsi frequentemente le mani prima di toccare il bambino poiché le mani rappresentano uno dei principali veicoli di trasmissione delle infezioni.

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