Cos'è la terapia intensiva neonatale
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Quando un neonato ha bisogno di cure speciali, viene accolto in terapia intensiva neonatale. Scopri come funziona e come supportare il tuo bambino.

La terapia intensiva neonatale
I neonati prematuri ricevono le prime cure nel reparto di terapia intensiva neonatale, che rappresenta un ambiente in cui non è possibile riprodurre completamente le caratteristiche contenitive, rassicuranti e affettive peculiari della vita intrauterina. Al fine di promuovere lo sviluppo del nato prematuro è importante ricreare quindi, anche in terapia intensiva neonatale, un ambiente che possa mimare il più possibile l’ambiente intrauterino dove il feto cresce accompagnato dalla mamma, di cui percepisce il movimento, la voce e il battito cardiaco. In utero, inoltre, la luce è filtrata, gli stimoli uditivi sono ridotti dalla parete addominale materna e la presenza del liquido amniotico “attutisce” i movimenti a cui è sottoposto il feto. L’utero accoglie infatti amorevolmente il feto, avvolgendolo e favorendo il suo “rannicchiamento” dentro di esso, con le braccia e le gambe flesse verso il corpo.
Durante la degenza in terapia intensiva neonatale, invece, il bambino prematuro è sottoposto a numerose stimolazioni, dirette e ambientali, che vengono recepite dal suo cervello immaturo come disturbanti e a cui lui stesso risulta essere ipersensibile. E’ quindi opportuno cercare di limitare le stimolazioni uditive e visive poiché queste ultime agiscono su organi di senso che non sono ancora sviluppati completamente.
In particolare, è necessario mettere in atto tutti gli accorgimenti necessari per ridurre il più possibile i rumori come pure limitare l’esposizione diretta del neonato premature alla luce naturale e/o artificiale poiché tutte queste stimolazioni interferiscono negativamente con la maturazione dei ritmi circadiani, vale a dire con lo sviluppo delle diverse funzioni dell’organismo che si “attivano” in base ai diversi momenti della giornata. In considerazione di tutto questo, l’incubatrice dovrebbe essere dotata di un “coprincubatrice”, di colore e di consistenza tale da riparare completamente il neonato dalla luce, cosi come il lettino dovrebbe avere un lenzuolino che ripari dalla luce il viso del neonato. Inoltre il neonato, quando si trova nell’ incubatrice o nel lettino, è “solo” e non può sperimentare i “confini fisici” della cavità uterina a cui era abituato; a ciò si aggiunga che egli deve forzatamente assumere una postura diversa da quella che aveva nella vita fetale. Per questo motivo è molto importante “accogliere” e “contenere” il neonato, quando questo si trovi in incubatrice o nel lettino, cercando di porlo nella posizione a lui più adatta, in base alle diverse età gestazionali e condizioni di benessere.
È opportuno anche porre attorno al bambino prematuro un “nido”, vale a dire una morbida concavità, ottenuta arrotolando dei telini o piccoli asciugamani. L’essere accolti nel “nido” favorisce, infatti, il rilassamento e il sonno del neonato, elementi molto importanti nella promozione del suo sviluppo. Tale accorgimento permette inoltre l’assunzione di una postura più corretta e stabile oltre a fornire al neonato dei “confini fisici”, mimando la realtà della cavità uterina.
Holding del bambino prematuro
Il “contenimento” del neonato non si applica solo quando il piccolo è nell’incubatrice o nel lettino ma deve essere attuato anche durante ogni contatto. Per il neonato è di fondamentale importanza sentire la presenza e la vicinanza del genitore, che lo rassicura e riduce lo stress secondario alle manovre, spesso molto fastidiose, a cui deve essere sottoposto. Con un semplice gesto, chiamato holding o tocco a mani ferme, il genitore può entrare in contatto con il suo bambino, già dai primi giorni di vita e quando ne sente il desiderio: è sufficiente che il genitore tenga ferme le mani, dopo averle accuratamente lavate per prevenire ogni potenziale infezione derivante da questo contatto, sul corpicino del bambino.
In questo modo il neonato si sente protetto e accompagnato in maniera molto simile a quello che accade in utero durante la gravidanza. Durante questo contatto è sconsigliato invece accarezzare il bambino poiché la carezza crea strofinamento e, di conseguenza, un potenziale stimolo negativo e fastidioso per il piccolo. La procedura di “holding” viene definita anche massaggio del neonato prematuro. Non si tratta di un massaggio vero e proprio ma di un contatto tra le mani dei genitori e il corpo del bambino, che infonde sicurezza ai piccoli e li aiuta a superare meglio le cure delle quali hanno bisogno.

La marsupioterapia
Una ulteriore importante modalità di contatto genitore-neonato è la marsupioterapia o kanguroo mother care. Per marsupioterapia dei prematuri s’intende il posizionamento del neonato (svestito, solo con il pannolino) direttamente sul petto della mamma o del papà, non appena è possibile. La marsupioterapia presenta numerosi vantaggi: permette infatti di rafforzare il legame con il genitore promuovendo il contatto pelle a pelle e fornendo calore. Favorisce inoltre la riduzione dello stress del piccolo, aumentandone la stabilità dei parametri respiratori e cardiovascolari e promuovendone lo sviluppo cerebrale.
La marsupioterapia rappresenta anche un’opportunità per il neonato di riconoscere l’odore della mamma e, più specificatamente, del seno, a cui gradualmente può imparare ad avvicinarsi e poi ad attaccarsi. Mentre la mamma e il suo bambino fanno la marsupioterapia è possibile spremere dal seno qualche goccia di latte, lasciando che il bambino la annusi, lecchi il capezzolo e apra la bocca.

Esigenze nutrizionali del neonato prematuro
Nella prima fase i nutrimenti necessari a garantire la crescita del neonato prematuro sono somministrati attraverso la nutrizione parenterale, che assicura il passaggio diretto nel sangue dei nutrienti stessi. Inoltre, per favorire la motilità intestinale e stimolare la maturazione dell’intestino stesso, è utile somministrare piccole quantità di latte sin dai primi giorni di vita, anche nei neonati molto prematuri. In seguito alla progressiva maturazione delle capacità del neonato di succhiare dal biberon e/o dal seno, si assiste alla diminuzione della quantità dei nutrienti somministrati tramite nutrizione parenterale e un aumento della quota somministrata utilizzando la via intestinale.
Poiché le necessità nutrizionali del neonato prematuro sono estremamente elevate, data la brusca interruzione degli apporti di nutrienti garantiti dalla placenta nella vita fetale e le scarse riserve che si sono formate, è necessario, per alcuni neonati, soprattutto in quelli di basso peso e bassa età gestazionale, “arricchire” il latte materno di proteine, grassi e zuccheri (quindi di energia) e minerali. Se non è disponibile il latte della propria mamma, quando possibile, è opportuno prediligere il latte materno donato. In alternativa è consigliabile utilizzare una formula chiamata formula per prematuri poiché presenta caratteristiche nutrizionali specifiche per rispondere ai fabbisogni del nato prematuro, in particolare un maggior contenuto in proteine, energia e minerali.
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