Salta il menu

Depressione post-partum e allattamento

Tempo medio di lettura: 9 min

I cambiamenti ormonali e le nuove responsabilità genitoriali possono rendere il post-parto un periodo molto delicato. Scopri i segnali della depressione post partum e come affrontarla.

Immagine correlata al testo

Allattamento in caso di depressione post-partum

Allattamento e depressione sono incompatibili o la temporanea presenza della DPP può essere conciliata con l'allattamento al seno? Dipende, essenzialmente da tre fattori: 

  • la gravità della depressione post-partum 

  • la necessità o meno di assumere una terapia farmacologica per alleviarla e il tipo farmaci antidepressivi prescritti dal medico

  • la volontà e la capacità fisica della neomamma con depressione post-partum di allattare.

Se la depressione post-partum è severa, generalmente la donna non è nelle condizioni psicofisiche di allattare e, come detto, è indispensabile che inizi una terapia con farmaci antidepressivi sia per facilitare il recupero dello stato di benessere sia per tutelare la sua relazione con il neonato.

Alcuni dei farmaci antidepressivi prescritti per la cura della depressione post-partum possono essere assunti anche durante l'allattamento perché gli studi condotti a riguardo hanno dimostrato la loro sicurezza per il neonato, a patto che il loro impiego sia corretto e strettamente monitorato dal medico (anche, se necessario, con valutazione dei livelli di farmaco nel sangue del bambino). Altri farmaci, invece, non sono autorizzati durante l'allattamento e ciò fa sì che la neomamma che deve iniziare la terapia debba contestualmente rinunciare ad allattare.

A prescindere dal fatto di assumere farmaci o meno, va considerato che l'allattamento al seno può essere un'esperienza molto appagante per la neomamma, ma che richiede molta energia soprattutto se effettuato a richiesta in modo esclusivo, potendo in alcuni casi diventare fonte di stress.
Di fondamentale importanza risulta quindi fare un attento bilancio del rapporto rischi benefici. 

La neomamma che soffre di depressione post-partum può non avere l'energia fisica e psicologica per farsi carico di questo impegno e di protrarlo per diversi mesi, soprattutto se non assume farmaci in grado di favorire il ripristino di un tono dell'umore sufficientemente buono. Non si tratta di una questione di volontà: è un aspetto che fa parte della malattia e che non deve essere banalizzato. 

Quindi, se la donna soffre di depressione post-partum e se la sente di allattare, questo desiderio va assecondato e supportato. Viceversa, se vengono espresse perplessità o una chiara volontà di evitare l'allattamento, non si deve insistere, ma anzi rassicurare la mamma.

Se la neomamma produce molto latte, grazie a un ormone prodotto dall’organismo chiamato prolattina, e i farmaci eventualmente assunti non sono controindicati per l’allattamento, è possibile rimuovere il latte dalla mammella con un tiralatte meccanico, per poi offrirlo al bambino con il biberon.

Depressione post-partum e qualità del sonno

Durante tutto il decorso del disturbo, la neomamma può avere difficoltà a dormire bene, non soltanto per l'agitazione legata all'accudimento del neonato, ma anche per effetto della stessa depressione post-partum e/o, in alcuni casi, a causa dell'azione "attivante" di alcuni farmaci antidepressivi. 

A sua volta, la carenza di sonno e, più in generale, l'impossibilità di mantenere un ritmo sonno-veglia regolare possono peggiorare notevolmente i sintomi di ansia e depressione in allattamento, aumentando il malessere e peggiorando la relazione con il neonato. È perciò fondamentale che la donna affetta da depressione post-partum possa riposare bene e dormire un numero sufficiente di ore ogni notte, senza interruzioni dovute a disturbi esterni, compreso il pianto del neonato. 

Per questa ragione, è fondamentale che il partner offra un sostegno emotivo e pratico incondizionato in tutte le occasioni in cui è necessario, senza farlo pesare e senza dare segni di insofferenza, che aumenterebbero i sensi di colpa della neomamma per il proprio disagio psicologico e la sensazione di inadeguatezza per l'incapacità di assolvere pienamente al ruolo di madre "ideale", imponendo agli altri sforzi aggiuntivi. Tutti effetti che renderebbero più difficile per la donna reagire positivamente alle cure e superare la depressione post-partum in tempi rapidi.

Per facilitare l'addormentamento, favorire un sonno sereno e riequilibrare l'orologio biologico senza utilizzare ulteriori farmaci, può essere consigliata l'assunzione, sentito il parere del medico, di un integratore alimentare come per esempio Melamil di Humana a base di melatonina, un ormone naturalmente prodotto dall'organismo umano in risposta alla riduzione della luce ambientale che si verifica dopo il tramonto. 

L'integratore viene normalmente usato, dopo aver consultato il pediatra, anche per facilitare l'addormentamento e il riposo notturno dei bambini, fin dai primi anni di vita.

Per un'azione ancora più completa, si può fare riferimento, sempre sentito il parere del medico,  ad un integratore alimentare di Humana contenente, oltre alla melatonina, anche triptofano e vitamina B6, come Melamil Tripto. Il triptofano è un amminoacido essenziale precursore sia della serotonina sia della melatonina, che può contribuire ulteriormente a migliorare la qualità del sonno e dell'umore. La vitamina B6, invece, contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso centrale, dei nervi periferici e delle funzioni psicologiche.

Come già evidenziato sopra, è fondamentale che il medico venga sempre informato preventivamente dell'intenzione di assumere qualunque tipo di integratore, così come rimedi "naturali" di vario tipo, durante la gravidanza e l'allattamento, soprattutto se in contemporanea con altri farmaci. Sarà lui che valuterà la situazione nello specifico e la possibilità dell’utilizzo di questi integratori.

Che cos'è la depressione post-partum


Tipicamente, la depressione post-partum inizia a manifestarsi nel periodo che va da alcune settimane fino a 10-12 mesi dopo il parto.

Come per le altre forme di depressione, anche nel caso di quella post-partum la riduzione del tono dell'umore e i sintomi fisici che l'accompagnano sono legati principalmente a uno sbilanciamento nei livelli di alcune sostanze presenti nel cervello (neurotrasmettitori). Si tratta, soprattutto, della serotonina, della noradrenalina e della dopamina.

Il repentino e drastico cambiamento dei livelli di ormoni femminili che si verifica subito dopo il parto costituisce una delle cause di questo disturbo psichiatrico, ma non è l'unica. 

Mettere al mondo un figlio ha, infatti, un considerevole impatto psicoemotivo che può essere difficile da gestire, soprattutto se la donna non si sente in grado o del tutto pronta ad assumere il ruolo di madre, se si pone obiettivi troppo alti o percepisce una pressione eccessiva da parte dei familiari, se sono presenti problemi di relazione all'interno della coppia o difficoltà economiche.

In aggiunta, va considerato lo stress fisico del parto e delle prime settimane, che stravolge completamente i ritmi di vita della neomamma durante il giorno e comporta diversi risvegli durante la notte, impedendo di dormire a sufficienza e favorendo lo sviluppo di una stanchezza così marcata che può portare all'esaurimento delle energie e a un vero e proprio crollo psicologico. Gli studi hanno dimostrato una chiara correlazione tra l'aumento dei livelli di un ormone, il cortisolo, associato allo stress psicofisico e lo scatenamento di crisi depressive.

In base ai dati disponibili, a soffrire di depressione post-partum o durante la gravidanza è circa il 13-16% delle donne che mettono al mondo un figlio, vale a dire circa una su sei. Fortunatamente, il disturbo non è sempre così severo, ma proprio per questo c'è il rischio di non riconoscere la depressione post-partum e non di non trattarla, lasciando la neomamma da sola a gestire un disagio significativo.

A rischiare maggiormente di soffrire di depressione post-partum sono le donne che hanno già sperimentato lo stesso disturbo in occasione di gravidanze precedenti o che hanno sofferto di depressione in qualche altro momento della vita. Anche le neomamme che hanno manifestato sintomi come profonda tristezza e agitazione durante la gravidanza, molto probabilmente continueranno ad avere problemi di ansia e depressione in allattamento.

Sintomi della depressione in allattamento

In base a quanto indicato nell'edizione più recente del Manuale Diagnostico Statistico delle malattie psichiatriche - DMS 5, i principali sintomi e le avvisaglie che devono indurre a sospettare la presenza della depressione post-partum comprendono: 

  • profonda tristezza e umore depresso persistente, a prescindere dalle circostanze

  • tendenza al pianto immotivato, nelle occasioni più diverse durante la giornata

  • notevole difficoltà a entrare in relazione con il neonato e prendersene cura

  • mancanza di sicurezza nella propria capacità di accudire il neonato e convinzione di non riuscire a essere una buona madre

  • tendenza a evitare i contatti con familiari e amici

  • variazioni significative dell'appetito e del peso corporeo (oltre quelle fisiologicamente previste nelle settimane dopo il parto)

  • presenza di insonnia e sonno travagliato o, al contrario, aumento del bisogno di dormire, con profonda stanchezza durante il giorno

  • scarsa energia fisica e tendenza all'affaticamento anche dopo sforzi minimi

  • scarso interesse verso il neonato e le attività abituali

  • incapacità di trarre piacere da situazioni che, in precedenza, erano fonte di stimoli positivi e benessere

  • alterazioni del comportamento, con frequente nervosismo, agitazione, ansia e rabbia

  • riduzione dell'autostima, persistente senso di colpa e frustrazione, incapacità di reagire

  • diminuzione della capacità di concentrazione e dell'efficienza intellettiva

  • estrema difficoltà a prendere decisioni ordinarie, a pianificare le attività della giornata e a fare progetti

  • episodi di ansia intensa e attacchi di panico (nei casi più gravi, anche episodi psicotici)

  • comparsa di pensieri autolesionisti o indirizzati a danneggiare il bambino

  • pensiero di morte ricorrente, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio.

Affinché possa essere emessa una diagnosi di depressione post-partum, i sintomi elencati (presenti in combinazione variabile e non necessariamente tutti), devono avere un'intensità tale da interferire significativamente con il benessere e la vita quotidiana della neomamma, con ripercussioni negative sulla sua capacità di entrare in relazione e prendersi cura del neonato. 

Va sottolineato che la depressione post-partum non va confusa con il più comune baby blues (detto anche "maternity blues"), che interessa la maggioranza delle neomamme nei 7-10 giorni dopo la nascita del bambino e che tende a esaurirsi gradualmente, senza la necessità di trattamenti, man mano che gli ormoni si stabilizzano e la donna riacquista energie dopo il parto.

Depressione post-partum: come uscirne

Sconfiggere la depressione post-partum è possibile grazie alla terapia farmacologica mirata, al supporto psicologico e al sostegno da parte di familiari e amici. I farmaci antidepressivi non devono essere visti con sospetto perché sono efficaci e sicuri e il loro unico ruolo è contribuire a ristabilire più in fretta l'equilibrio, temporaneamente compromesso, tra i neurotrasmettitori cerebrali che regolano il tono dell'umore e l'emotività.

La neomamma con depressione post-partum deve assumere con fiducia le terapie prescritte dal medico, nella sicurezza che la aiuteranno a stare meglio e a ritrovare il piacere e l'energia necessaria per occuparsi del neonato, nell'arco di alcune settimane o pochi mesi.

Ma quanto dura il disagio psicoemotivo associato alla depressione post-partum? In genere, dopo 4 mesi dall'esordio, i sintomi iniziano a migliorare in modo significativo, soprattutto se i farmaci antidepressivi vengono assunti correttamente ogni giorno come indicato dal medico e se la neomamma riceve un adeguato sostegno pratico e psicologico dal partner e dai familiari. 

In media, dopo 8 mesi di trattamento l'episodio di depressione post-partum può dirsi concluso e la terapia farmacologica può essere gradualmente interrotta. Per evitare di ricadere in una nuova crisi depressiva, però, è fondamentale non avere fretta di abbandonare i farmaci, che non devono assolutamente essere sospesi in modo brusco.