Salta il menu

Colostro: che cos'è e a cosa serve

Tempo medio di lettura: 4 min

Il colostro è il primo latte materno prodotto nel post partum ed è ricco di nutrienti e anticorpi essenziali. Scopri perché è così prezioso per il neonato.

Immagine correlata al testo

Colostro: da cosa è composto

Il colostro è un liquido di colore bianco-giallastro, detto comunemente "primo latte" o "latte immaturo", prodotto dalla ghiandola mammaria a partire dal secondo trimestre di gravidanza e fino al 4°-5° giorno post partum. Inizia a essere secreto dal seno materno in quantità apprezzabile poco prima della "montata lattea" (detta anche soltanto "montata" oppure "discesa" o "calata") che, di norma, si verifica tra il 2° e il 4° giorno dopo il parto.

Sia per la specie umana sia per tutti gli altri mammiferi, il colostro costituisce il primissimo alimento che il neonato assume dall'esterno e digerisce e assimila attraverso il proprio apparato digerente.

La composizione del colostro è conservata dal punto di vista evolutivo, segno che le esigenze nutrizionali fondamentali dopo la nascita sono rimaste sostanzialmente le stesse per tutti i mammiferi nel corso dei millenni. Tuttavia, l'esatto contenuto delle specifiche sostanze può variare, in termini di tipologia e quantità, in relazione all'alimentazione e allo stato di salute della madre e al momento in cui avviene la suzione del seno da parte del bambino (ossia, non appena il colostro compare o verso il 5° giorno post partum, quando si sta ormai trasformando in "latte intermedio" o "di transizione").

In generale, il colostro è molto ricco di proteine, vitamine e sali minerali, mentre contiene meno caseina e lattosio del cosiddetto "latte maturo" (ossia quello che la donna inizierà a produrre 2 settimane dopo il parto). Ma l'aspetto che rende il colostro unico è la presenza di sostanze "funzionali", come anticorpi (immunoglobuline), enzimi e fattori di crescita.


Colostro: a cosa serve

Le numerose immunoglobuline contenute nel colostro permettono al bambino di essere protetto dall'attacco dei virus e dei batteri che incontra per la prima volta e contro i quali il suo sistema immunitario non ha ancora imparato a reagire autonomamente. 

Il colostro, inoltre, è anche in grado di prevenire un'attivazione immunitaria eccessiva, quando non necessaria. Grazie a questa proprietà, i neonati che assumono il colostro nell'immediato post partum sono meno esposti al rischio di sviluppare malattie caratterizzate dalla presenza di un sbilanciamento della risposta immunitaria durante l'infanzia e la vita adulta.

Diversi studi condotti sia nell'uomo sia nell'animale hanno verificato la capacità del colostro assunto nell'immediato post partum di contribuire a ridurre il rischio per il neonato di contrarre gastroenteriti di varia natura e, in particolare, da batteri patogeni intestinali come Escherichia coli, Clostridium difficile, Shigella flexneri e Salmonella spp

Colostro: come farlo uscire

Ma il colostro, quando compare? E come farlo uscire? In linea di principio, dovrebbe iniziare a uscire spontaneamente dal capezzolo nelle prime 24 ore post partum. Tuttavia, ciò non sempre avviene perché il colostro è abbastanza denso e prodotto in piccola quantità e può faticare a uscire dai dotti della ghiandola mammaria. Per favorire il deflusso, in genere, è sufficiente avvicinare il bambino al seno e offrirgli il capezzolo per la suzione, il più precocemente possibile.

Oltre a stimolare meccanicamente il seno materno, la suzione da parte del neonato promuove la produzione di latte (montata lattea) e il cambiamento delle caratteristiche del liquido prodotto, che da colostro si trasformerà, gradualmente, prima in latte di transizione e, poi, in latte maturo.

L'avvio di questo processo può essere chiaramente percepito dalla donna a partire dal 2°-5° giorno post partum perché il seno aumenta di dimensioni, diventa più turgido e possono insorgere sensazione di tensione mammaria, calore intorno al capezzolo o un po' di dolore. 

In alcuni casi, dopo un inizio promettente si può avere la sensazione che la produzione di latte diminuisca e non sia sufficiente per l'allattamento al seno esclusivo. In quest'ultimo caso, si può ricorrere a preparati contenenti estratti naturali cosiddetti "galattologhi", ossia in grado di promuovere la produzione di latte da parte della ghiandola mammaria. 

Tra questi, si possono citare integratori alimentari come Piùlatte Humana a base di cardo mariano (Silybum marianum), noto per le sue proprietà antiossidanti e depurative, e di Galega officinalis, pianta il cui nome è di per sé una garanzia (deriva dal greco gala che significa latte) e usata fin dall'antichità per la sua capacità di favorire la secrezione del latte nel post partum. Per trarne beneficio, è sufficiente assumerne una bustina, sciogliendone il contenuto in un po' d'acqua, 1 o 2 volte al giorno.