Salta il menu

Consigli pratici per l'allattamento al seno

Tempo medio di lettura: 8 min

Scopri strategie efficaci per un allattamento al seno sereno e naturale. Dai primi passi alle tecniche avanzate, ti guidiamo nel nutrire al meglio il tuo bambino.

Immagine correlata al testo

Come allattare al seno

Allattare al seno non è difficile, ma sicuramente c’è bisogno di consigli pratici per rassicurare e aiutare le neomamme. 

Ci soffermeremo dunque qui su alcuni accorgimenti preziosi per facilitare l’allattamento al seno ed evitare dei fastidi. 

Innanzitutto bisogna fare attenzione alla giusta posizione durante l’allattamento:

  • il naso del bambino deve essere verso il capezzolo e il labbro inferiore deve toccare e poi prendere anche parte dell’areola

  • è importante che sia sempre il bambino ad avvicinarsi al seno e mai viceversa

  • aspettate che il bambino apra la bocca, per incoraggiarlo si possono sfiorare le sue labbra con il capezzolo, e poi fatelo avvicinare al seno in modo che il labbro inferiore tocchi il seno, il più lontano possibile dalla base del capezzolo. 

Per i primi giorni, soprattutto dopo un parto cesareo, o la notte, potete allattare il vostro bambino da sdraiate, ponendovi sul lato.

Potete anche provare il cuscino per allattamento. Come usarlo? È possibile utilizzarlo in vari modi, per esempio appoggiandolo sulle proprie gambe e adagiando il bambino sul cuscino in modo che abbia la pancia rivolta verso la vostra.

E ricordate: un allattamento corretto, con il bambino attaccato bene al seno, riduce il rischio di ragadi e stimola correttamente la produzione degli ormoni che regolano la produzione del latte.

Consigli pratici per il massaggio al seno

Per aiutare la fuoriuscita del latte è molto utile effettuare un delicato massaggio al seno con movimenti circolari della mano dall’attaccatura fino verso il capezzolo.

Ci sono sostanzialmente due metodi per massaggiare il seno durante l’allattamento: con le dita a pettine o con le nocche della mano chiusa a pugno.

In ogni caso il movimento deve andare verso il capezzolo, deve interessare tutto il seno e deve essere delicato, senza irritare la pelle.

Se cercate dei consigli pratici per aumentare il flusso del latte, consultate anche la nostra sezione dedicata alla diminuzione del latte materno.

Immagine correlata al testo

Consigli per ridurre il gonfiore e l’infiammazione del seno

Per facilitare il flusso del latte potete effettuare impacchi caldi e non bollenti prima della poppata.

Per ridurre il gonfiore e l’infiammazione durante l’allattamento, viceversa, può essere utile effettuare degli impacchi freddi tra una poppata e l’altra.

Il freddo, infatti, ha un effetto sfiammante e lenitivo.

Anche un massaggio con movimenti circolari vicino alla colonna vertebrale della mamma ha effetti positivi perché favorisce la fuoriuscita del latte e ha un effetto rilassante.

Consultate anche i nostri consigli pratici per evitare la mastite, per ridurre il gonfiore e l’infiammazione al seno.

Immagine correlata al testo

Allattamento al seno: fino a quando continuare?

Se avete la fortuna di poter allattare al seno come fonte naturale di nutrimento, potete farlo per tutto il tempo per cui voi e il vostro bambino lo desiderate, senza temere che l'allattamento prolungato possa avere effetti collaterali.

Continuare a lungo con l’allattamento non è innaturale; basta pensare che i bambini che vengono messi nelle condizioni di abbandonare il seno spontaneamente lo fanno in genere intorno ai 3 anni.

Ore di allattamento: come funziona

Per quanto riguarda la frequenza di allattamento, in media nell'arco delle 24 ore i neonati nelle prime settimane tendono a mangiare fino a 8-12 volte.

La scelta migliore è assecondare l'appetito del piccolo, concedendogli una poppata tutte le volte che la richiede, senza seguire regole troppo rigide. 

Anche la durata della singola poppata può variare: alcuni bimbi si staccano dal seno già dopo 10 minuti, altri fanno poppate più lunghe; nelle prime settimane di vita i neonati possono impiegare anche un'ora per terminarne una, senza che dobbiate preoccuparvi per questo.

Anche la quantità di latte succhiato può variare; per questo è bene abbandonare tecniche come la doppia pesata (prima della poppata e quando finisce) per sapere se il bambino ha mangiato abbastanza: meglio affidarsi ai segnali di fame del piccolo e riattaccarlo al seno nel caso in cui mostri di volerlo fare.

Cosa mangiare in allattamento

Un altro aspetto importante è la vostra alimentazione. Anche se la composizione del vostro latte dipende solo in minima parte da quello che mangiate, è comunque importante garantirsi una dieta varia ed equilibrata, ricordando che il fabbisogno nutrizionale cambia rispetto alla gravidanza, aumentando di 500 calorie durante i sei mesi di allattamento esclusivo al seno.

Per quanto riguarda i singoli nutrienti, aumenta per esempio il fabbisogno dell’acido docosaesaenoico (DHA, un acido grasso omega 3); per questo può essere consigliata l'assunzione di integratori, previo parare del medico.

Inoltre aumenta anche il fabbisogno di proteine, soprattutto nei primi 6 mesi di vita del piccolo; in questo periodo si raccomanda di assumerne circa 21 grammi in più al giorno; in seguito, fino all'anno di vita del bambino, è invece raccomandato di assumerne 14 grammi in più al giorno se l’allattamento rimane ancora una parte sostanziale dell'alimentazione del piccolo.

Anche il fabbisogno di diverse vitamine e minerali varia; sarà il medico a dirvi se è il caso di assumere degli integratori.

Per quanto riguarda invece l'acqua, per favorire la produzione di latte è necessario che ne beviate circa 700 ml in più rispetto ai 2 litri raccomandati alle donne in età fertile. In questo periodo potete scegliere Acqua Amorosa, povera di sodio e caratterizzata da un bassissimo residuo fisso.

Per il resto, molte delle raccomandazioni in circolazione sono falsi miti; la dieta della mamma durante il periodo dell’allattamento deve essere considerata la naturale prosecuzione della dieta seguita durante la gravidanza. Per tale motivo è importante sfatare il mito che vi siano alimenti che possono interferire con il sapore del latte e potrebbero portare il vostro bimbo a rifiutare il seno. Se la mamma mangia abitualmente cibi come per esempio asparagi, cipolla e aglio, cavoli e cavolfiore, peperoni, carne di cavallo, spezie molto forti come il curry, pesce affumicato, il neonato sarà già “abituato” a tali sapori a cui è stato già esposto durante la gravidanza attraverso il liquido amniotico. 

I vantaggi dell’allattamento al seno

I benefici dell’allattamento materno sono noti da tempo, e non riguardano solo il bambino, ma anche la mamma che allatta.

Il benessere del bambino è favorito fin dalle prime poppate. Il colostro (il liquido prodotto delle ghiandole mammarie nei primi giorni dopo il parto) è infatti ricco di anticorpi che proteggono la salute del neonato in una fase in cui le sue difese immunitarie non sono ancora sviluppate.

Inoltre, la composizione microbica del latte materno influenza lo sviluppo del microbiota  intestinale del piccolo, ovvero l’insieme di tutti i microrganismi che popolano l’intestino, con tutte le conseguenze che ciò comporta dato l'importante ruolo svolto da questi microrganismi nella promozione di un buono stato di salute.

Infine, l'allattamento al seno riduce il rischio di sovrappeso e obesità nel bambino e favorisce il suo sviluppo cognitivo.

Per quanto riguarda invece la salute delle mamme, l'allattamento al seno è stato associato a un minor rischio di tumore al seno e alle ovaie, di diabete di tipo 2 e di depressione post partum.

Farmaci ed esami: sì o no?

Così come i nutrienti, anche i farmaci possono finire nel latte materno. Ciò non significa però che dovrete sempre combattere febbre e altri malanni solo con le vostre forze; tutto dipende dalla quantità di farmaco che finisce nel latte e dalla sua pericolosità per il piccolo. 

Quelli contenuti in creme, aerosol e anestetici utilizzati a livello locale non destano particolari preoccupazioni; in ogni caso è bene affidarsi ai consigli del medico, che potrebbe ridurre i dosaggi o consigliarvi di assumerli lontano dalle poppate.

Il medico saprà anche dirvi quali antibiotici in allattamento sono ammessi e indicarvi la terapia antibiotica più adatta al vostro caso.

Per alcuni farmaci, invece, vige il divieto assoluto di assunzione durante l'allattamento: per questo è sempre bene consultarsi con il medico prima di assumere qualsiasi medicinale, ma anche prima di sospendere anche solo temporaneamente l’allattamento senza che sia realmente necessario.

In modo analogo, è bene che vi consultiate con il medico anche prima di sottoporvi a esami particolari, come la mammografia.

Allattamento misto: come fare

Non sempre è possibile allattare esclusivamente al seno. In alcuni casi può essere necessario affiancare l’allattamento al seno a quello in formula, attuando quello che viene comunemente chiamato allattamento misto. In questo caso potrete scegliere tra diverse formulazioni pensate per soddisfare i bisogni del bambino e diversificate in base all’età e alla presenza di eventuali disturbi.

Non dovrete quindi sentirvi in colpa e vivere la situazione come una mancanza nei confronti del vostro bambino: spesso si è costrette a passare al biberon per motivi indipendenti dalla propria volontà, magari perché si ha poco latte o quando va via.

Ecco qualche consiglio per gestire al meglio l’allattamento misto:

  • se non siete costrette a una brusca interruzione dell’allattamento al seno, introducete gradualmente l'uso del biberon, in modo da dare al vostro corpo il tempo di ridurre la produzione di latte e al piccolo il tempo di adattarsi al cambiamento

  • se la decisione dipende dal vostro rientro al lavoro, iniziate con qualche settimana d’anticipo

  • le prime volte proponete il biberon al bimbo quando è sereno e rilassato invece di aspettare che sia nervoso e affamato

  • non forzate il bambino a terminare il contenuto del biberon: anche in questo caso è lui l'unico a sapere davvero quanto ha bisogno di mangiare.