Cistite in gravidanza
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Le infezioni urinarie sono più frequenti in gravidanza e possono risultare fastidiose. Ecco qualche consiglio su come riconoscerle, prevenirle o alleviarle.

Cistite in gravidanza: come curarla?
La cistite è un'infiammazione dei tessuti che rivestono le pareti interne della vescica urinaria. In gravidanza, come nel resto della vita, per curarla è necessario in primo luogo individuarne la causa scatenante.
Nel caso in cui, attraverso un esame delle urine (urinocoltura) venga rilevata un’infezione batterica, per combattere la cistite o un'infezione delle vie urinarie asintomatica in gravidanza è consigliato di rivolgersi al proprio medico, che stabilirà la cura più idonea.
Una volta terminata la cura, è necessario ripetere il test dell'urina con urinocoltura per confermare l'avvenuta guarigione.
Oltre al trattamento antibiotico prescritto dal medico, per facilitare la risoluzione della cistite e per prevenire recidive durante e dopo la gravidanza è consigliabile seguire buone regole di igiene intima e alcuni accorgimenti pratici. I principali comprendono:
bere molta acqua, preferendo quella povera di sodio e con residuo fisso molto basso, che contribuisce maggiormente a promuovere la diuresi, come per esempio Acqua Amorosa di Humana
assumere fin dall'inizio del trattamento antibiotico e per alcuni giorni dopo la sua conclusione preparati a base di fermenti lattici probiotici che contribuiscono a riequilibrare la flora intestinale stressata dal trattamento antibiotico. Humana ha sviluppato una linea di probiotici per riequilibrare la microflora intestinale: Lactogérmine plus e Benelife flora
urinare spesso per svuotare il più possibile la vescica (aiuta anche a ridurre i sintomi)
curare l'igiene intima quotidiana in relazione alle necessità (presenza di perdite ecc.), ma senza eccedere (2 lavaggi al giorno sono sufficienti)
non usare il comune sapone ma prodotti specifici per l’igiene intima
scegliere il detergente intimo tenendo conto della sensibilità individuale e dello stato di gravidanza, facendosi consigliare dal ginecologo
eseguire il lavaggio con movimenti diretti dalla vagina verso la regione anale, e mai viceversa, per evitare contaminazioni batteriche dell'apparato genitale e delle vie urinarie
dopo ogni lavaggio, risciacquare con cura per eliminare ogni traccia di detergenti, poiché eventuali residui potrebbero causare irritazione e fastidi intimi
lavare con cura le parti intime dopo l'attività sessuale (in particolare, dopo i rapporti non protetti) ed emettere un po' di urina per espellere subito eventuali batteri
indossare preferibilmente biancheria intima di cotone o fibre naturali traspiranti e non colorata
non utilizzare salvaslip per molte ore al giorno e preferire le varianti in cotone
evitare di indossare indumenti troppo stretti/aderenti a livello dei genitali
consultare il medico quando compaiono irritazione, infiammazione o prurito che non passano nell'arco di 1-2 giorni o che si ripresentano periodicamente, specie se associati a bruciore durante la minzione o bisogno di urinare spesso
evitare qualsiasi trattamento “fai da te”, compresa l’omeopatia, senza prima aver consultato il proprio medico.
Cistite: sintomo di gravidanza?
La cistite è un disturbo che le donne spesso trascurano a causa della tendenza a sopportare fastidi intimi più o meno rilevanti, così comuni nel corso della vita da essere considerati più un "inconveniente obbligato" che possibili segnali di una malattia da curare.
A rendere la cistite molto frequente tra le donne è la particolare conformazione anatomica dell'area urogenitale, in particolare la ridotta lunghezza dell'uretra, ossia il canalicolo che parte dalla base della vescica e permette la fuoriuscita dell'urina. Inoltre, a costituire un fattore di rischio per lo sviluppo di cistite sono sia le oscillazioni ormonali più modeste associate al ciclo mestruale sia, a maggior ragione, quelle più marcate e durature che si verificano in corrispondenza della menopausa e della gravidanza, ossia nei due momenti in cui si ha un'interruzione permanente o transitoria dell'ovulazione (processo che porta alla maturazione di ovuli fecondabili).
Gli ormoni hanno un ruolo così importante nel mantenimento dell'equilibrio delle mucose delle vie urinarie che l'insorgenza dei sintomi della cistite in una donna in età fertile e sessualmente attiva che non ne aveva mai sofferto in precedenza può rappresentare addirittura uno dei primi segnali dell'inizio della gravidanza.
Come si prende la cistite in gravidanza
Oltre alle modificazioni ormonali predisponenti, la gravidanza comporta una serie di cambiamenti anatomici a livello addominale e pelvico che facilitano l'insorgenza di cistite.
In particolare, il progressivo aumento di dimensioni e peso del feto che si sta sviluppando fa sì che la vescica venga "compressa", favorendo il ristagno di urina al suo interno e quindi la proliferazione eccessiva di batteri, infiammazione e possibilità che si verifichino perdite involontarie di urina più o meno rilevanti.
Questi fattori predisponenti associati alla gravidanza amplificano il rischio di sperimentare infezioni batteriche asintomatiche e cistite, alle quali è comunemente esposta la donna durante l'attività sessuale (in particolare, in occasione di rapporti non protetti), quando utilizza servizi igienici pubblici o frequenta piscine, spa e centri estetici, nonché quando si occupa della propria igiene intima quotidiana (che, se non effettuata in modo corretto, può facilitare la colonizzazione dell'uretra da parte di microrganismi patogeni provenienti dall'area anale).
Un altro aspetto che può indirettamente, ma significativamente, contribuire allo sviluppo di un'infezione delle vie urinarie è la tendenziale iperglicemia (aumento della quantità di zucchero nel sangue) che si instaura in gravidanza e che, in alcuni casi, può essere così marcata e persistente da diventare un vero e proprio diabete gestazionale.
L'eccesso di zucchero nel sangue della mamma ha lo scopo di facilitare il nutrimento del feto in via di sviluppo, ma a nutrirsi di più e a proliferare sono anche diversi batteri patogeni presenti nell’apparato urogenitale che possono causare problemi decisamente seri sia per la salute della donna sia per quella del feto.
Numerosi studi indicano, infatti, che un'infezione delle vie urinarie in gravidanza (anche priva di sintomi o associata a fastidi intimi minimi) aumenta significativamente il rischio di parto pretermine (ossia tra 22 e 37 settimane di gravidanza), rottura delle membrane e basso peso alla nascita del bambino.
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Cistite in gravidanza: come riconoscerla
Come accennato, un'infezione delle vie urinarie può non essere associata a fastidi intimi di alcun tipo e ciò rappresenta un problema di non poco conto, dal momento che anche un’infezione batterica asintomatica può avere effetti negativi sugli esiti della gravidanza.
Per evitare rischi di questo tipo, in tutte le donne nei primi mesi di gravidanza è prevista l'esecuzione di un test dell'urina con urinocoltura, al fine di evidenziare la possibile presenza di un’infezione, identificare i batteri responsabili e, se necessario, procedere a un trattamento antibiotico precoce. Le donne risultate positive ai primi test dell'urina dovranno ripeterli più volte nel corso della gravidanza per tenere monitorata la situazione e prevenire evoluzioni sfavorevoli.
Quando sono presenti, i sintomi e i segni della cistite in gravidanza sono del tutto sovrapponibili a quelli che si sviluppano in altri periodi della vita della donna e molto facili da riconoscere. I principali e inequivocabili comprendono il bruciore e dolori intensi a livello addominale, che si acuiscono soprattutto quando la vescica inizia a riempirsi e durante la minzione.
Inoltre, sono tipici la sensazione di pesantezza alla vescica e il bisogno di espellere l'urina frequentemente a causa della forte infiammazione e irritazione delle mucose delle vie urinarie; la minzione diventa una vera e propria sofferenza e può comportare un notevole sforzo (talvolta improduttivo) perché le pareti dell'uretra infiammate si gonfiano e riducono lo spazio a disposizione per far uscire l'urina.
Se è presente un'infezione significativa, l'urina appare torbida, mentre se è presente una forma emorragica assume una colorazione scura (marrone o brunastra) a causa della presenza di sangue. In entrambi i casi è necessario interpellare immediatamente il medico.
Cistite in gravidanza cosa mangiare
Quello che si mangia e, soprattutto, quello che si beve durante un episodio di cistite è molto importante per alleviare i sintomi e favorire la guarigione dell'infezione.
Come anticipato, bere acqua in abbondanza, anche 2,5-3 litri al giorno se si riesce, è la prima raccomandazione che tutti dovrebbero cercare di seguire. Dal momento che gli ormoni presenti durante la gravidanza tendono a promuovere la ritenzione idrica, è consigliabile scegliere un'acqua con contenuto di sodio e residuo fisso molto bassi al fine di prevenire gonfiori. Anche in questo caso può essere utile ricorrere ad Acqua Amorosa.
Assicurare un'abbondante idratazione diventa ancora più importante quando una cistite o un'infezione delle vie urinarie insorge durante l'allattamento perché, in questo caso, si dovrà anche tener conto dei liquidi persi con il latte assunto dal neonato. A riguardo, va precisato che la possibilità di mantenere l'allattamento al seno in presenza di un'infezione delle vie urinarie e del relativo trattamento antibiotico va concordata con il ginecologo.
Nei rari casi in cui l'allattamento al seno dovrà essere interrotto per questa ragione, il neonato potrà essere nutrito con una formula di latte artificiale scelta in funzione dell'età: quelle disponibili in commercio sono perfettamente bilanciate per soddisfare le esigenze nutrizionali del bambino in crescita e rappresentano ottime alternative al latte materno, come per esempio Latte Humana 0 polvere; Latte Humana 0 liquido; Latte Humana 2 polvere; Latte Humana 2 liquido.
Per quanto riguarda la dieta da seguire durante un episodio di cistite, tutta la frutta e la verdura crude, fresche, non zuccherate o poco condite sono gli alimenti principali su cui puntare.
Tra i frutti, il mirtillo rosso (cranberry) è ritenuto particolarmente utile contro la cistite, venendo utilizzato anche per preparare estratti concentrati, disponibili in compresse o granulati da sciogliere in acqua, usati come rimedi naturali per prevenire le infezioni delle vie urinarie nelle donne che tendono a sperimentarle spesso. Altri rimedi naturali ampiamente impiegati sono rappresentati dai preparati a base di semi di pompelmo, dotati di attività antibatterica, e dagli estratti concentrati di uva ursina.
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